CERAMICA
Il termine “ceramica” definisce la “natura” del materiale costituente le piastrelle e si applica tradizionalmente a prodotti ottenuti a partire
da impasti di argille, sabbia ed altre sostanze naturali.
Tali impasti, dopo apposita preparazione, vengono foggiati nella forma desiderata e quindi cotti a temperatura elevata (da 1000 a
1250 °C, a seconda del tipo).
Questa cottura modifica in modo sostanziale la struttura del materiale crudo, ed impartisce alle piastrelle di ceramica le tipiche e ben note
caratteristiche di durezza, resistenza meccanica, inerzia chimica e fisica (in termini, ad esempio, di sostanziale inalterabilit
à all’acqua, al
fuoco, alla maggior parte delle sostanze chimiche che possono venire a contatto con esse, etc.).
La natura ceramica delle piastrelle conferisce loro caratteristiche di resistenza meccanica ed inerzia chimica e fisica, grazie alle quali
diversi tipi di piastrelle di ceramica si posizionano su livelli di eccellenza, per quanto concerne la prevedibile durabilità di pavimenti e
pareti piastrellate anche in ambienti con condizioni di esercizio molto severe.
Classificazione secondo UNI EN 14411 - La classificazione delle piastrelle di ceramica, secondo la norma UNI EN 14411, identifica 9
gruppi, in funzione di due parametri: il metodo di formatura (A - Estrusione; B - Pressatura) e l’assorbimento d’acqua.
FORMATURA
I metodi di formatura della ceramica sono due: l’estrusione e la pressatura.
Per l’estrusione (utilizzata per prodotti quali cotto e klinker) l’impasto delle materie prime viene preparato nella forma di una pasta con un
contenuto di umidità variabile, a seconda del tipo di prodotto, fra il 15 e il 20%. Questa pasta è forzata a passare attraverso un’apertura
che riproduce la sezione trasversale della piastrella. Da questa apertura esce un nastro continuo, che viene poi opportunamente tagliato.
Per la pressatura (la tecnica più utilizzata per prodotti quali il grès porcellanato e la monocottura) l’impasto viene preparato nella forma
di una polvere ad umidità generalmente oscillante fra il 4 e il 7%. Questa polvere viene compressa da un punzone in uno stampo che
riproduce la forma della piastrella da formare.
ASSORBIMENTO D’ACQUA
E’ una misura della quantità di acqua che, in particolari condizioni sperimentali di imbibizione, la
piastrella può assorbire. Il metodo di misura messo a punto in sede internazionale è descritto nella
norma UNI EN ISO 10545.3 e prevede di esprimere la porosità in termini di percentuale di acqua
assorbita dalla piastrella in condizioni prefissate. In pratica le piastrelle vengono essiccate, pesate,
mantenute in acqua in ebollizione per due ore ed infine ripesate: la differenza tra i due pesi è la massa
di acqua entrata nella porosità aperta. Tale differenza di peso viene rapportata percentualmente al
peso della piastrella essiccata prima dell’ebollizione ed il valore ottenuto si indica con il simbolo E
b
.
Metodo di formatura
Assorbimento d’Acqua AA (%)
A - Estrusione
AI
AA < 3%
0,6 max
AII
a
3% < AA < 6%
3,3 max
AII
b
6% < AA < 10%
6,5 max
AIII
AA > 10%
11,1 max
B - Pressatura
BI
a
AA < 0,5%
0,6 max
BI
b
0,5% < AA < 3%
3,3 max
BII
a
3%<AA< 6%
6,5 max
BII
b
6% < AA < 10%
11 max
BIII
AA > 10%
min 9
RESISTENZA AL GELO
La norma UNI EN 14411 (ISO 13006) richiede la resistenza al gelo solo per le piastrelle estruse e
pressate con assorbimento d’acqua non superiore al 3%, quindi per i gruppi AI, BI
a
e BI
b
.
La resistenza al gelo è la caratteristica che alcune tipologie di piastrelle ceramiche possiedono di
resistere all’azione del gelo in ambienti umidi ed a temperatura inferiore a 0 °C.
La resistenza al gelo di un materiale è influenzata e determinata da due parametri:
• dalla presenza e dalla quantità di pori (quindi dalla possibilità che l’acqua penetri all’interno del materiale),
• dalla forma e dalle dimensioni di questi pori (nel klinker sono orientati, nel grés porcellanato sono casuali).