Era il 1968, anno di grandi e definitivi accadimenti che hanno segnato coscienze, culture, popoli,
stili di vita e modalità di consumo. Quell’anno, diventato un nome, è tante cose, è anche l’etica
e l’estetica di 2001: Odissea nello spazio, un film di culto sull’identità dell’uomo, il ruolo della
conoscenza, dell’accesso e della tecnica. Nel pieno di quel fermento, UniFor è pronta e preparata
ad accogliere internazionalità e centralità del progetto come architravi fondativi dello sviluppo,
per trasformare le visioni degli architetti in spazi pubblici e privati, poi oggetti, infine icone.
Potere delle coincidenze. Da quell’osservatorio/laboratorio abbiamo accompagnato le evoluzioni
del lavoro nel mondo, dialogato con grandi corporation, con contractor che hanno costruito
il paesaggio contemporaneo – quello delle metropoli e quello dei compound manifatturieri che hanno
segnato la storia economica del secondo Novecento – e con gli architetti, protagonisti con le loro
intuizioni di forme e spazi che definiscono funzioni e trattengono significati. In questi cinquant’anni,
abbiamo vissuto il tempo del lavoro organizzato e del lavoro che si destruttura per allargarsi
alla sfera personale, quello delle impaginazioni rigorose dello spazio e quello dove lo spazio
definisce nuovi mondi per altre e più articolate appartenenze. Musei, teatri, biblioteche e installazioni
temporanee sono stati contesti sfidanti dove investire il capitale intellettuale e manuale di un
territorio per le sfide alte dell’innovazione tecnica, meccanica, simbolica. Abbiamo accolto il futuro
tra le mura progettate per noi da Angelo Mangiarotti e, oltre quelle stesse mura, lo abbiamo condiviso
con la filiera intelligente con cui UniFor ha sviluppato soluzioni prima che produzioni, emblema
di quel Made in Italy fatto di conoscenza formale e informale che fa del distretto della Brianza
un paradigma per il suo capitale cognitivo storico e contemporaneo. UniFor con le sue reti è stata
un mondonaperto al mondo: per qualcuno la ditta, per altri la fabbrica, la factory, l’incubatore
di sperimentazioni infinite che hanno tradotto in forme efficienti e belle, ergonomiche e identitarie,
lo slancio delle idee e l’intelligenza della funzione. Tutto è accaduto in una chimica fine che
ha combinato fiducia, visione e organizzazione, a partire da una comunità aziendale colta, precisa
e appassionata che è parte di un gruppo industriale fatto di competenza, esperienza, reputazione.
È stata una sfida del pensiero, prima che del progetto e della produzione, votata a decifrare
lo spirito del tempo per interpretare bisogni e desideri, praticare virtuose politiche di sostenibilità
ambientale, economica e sociale.
E davvero la nostra riconoscenza non sarà mai sufficiente a ricordare l’impegno ela dedizione
di chi ha garantito ingegnerizzazione e produzione, comunicazione rigorosa e incisiva, qualità
del servizio, solidità manageriale. Così, questi cinquant’anni sono il valore di una prospettiva
da vivere e raccontare. Grazie.
Piero e Carlo Molteni
di Francesca Molteni
Arte, cultura e industria si incontrano a Palazzo di Brera
per il 50° anniversario di Unifor. Per ripercorrere cinque
decenni fondamentali nella storia del design italiano,
l’azienda del Gruppo Molteni si affida a un volume,
curato da Fulvio Irace, e a un’installazione multimediale
di Ron Gilad, nel Palazzo seicentesco di via Brera
a Milano, sede di istituzioni centrali per la città –
l’Accademia di Belle Arti, la Pinacoteca di Brera e la
Biblioteca Braidense. “Una vocazione per l’architettura”
è il libro edito da Skira, con il progetto grafico
di Pierluigi Cerri, che attinge all’archivio inedito di Unifor
per raccontare una vocazione specifica: il progetto
di un interior landscape che traduce in realtà indicazioni
ed esigenze dei committenti e degli architetti
contemporanei. UniFor nasce da una storia familiare,
da un’idea di comunità ma anche da un capitale umano
di tecnici, architetti, designer, grafici, fotografi, artigiani
specializzati di straordinaria lungimiranza, abilità,
competenza e creatività che ha permesso all’azienda
di affermarsi come sinonimo di eleganza, affidabilità
e innovazione in tutto ciò che attiene alla definizione
del Bürolandschaft nella seconda età della macchina.
La storia comincia a Turate, dove Angelo Mangiarotti
progetta negli anni ‘70 il primo nucleo dell’headquarter
e dello stabilimento produttivo, in progressivo
ampliamento con le crescenti fortune dell’impresa:
una fabbrica-modello, dove la verticalizzazione delle
funzioni consente di mantenere interna la produzione,
con un’attenzione ossessiva alla qualità.
La sede, con la sua classica semplicità, diventa
un manifesto vivente dello spirito d’impresa.
Dopo l’avvio degli anni ‘70, i decenni successivi saranno
decisivi: le grandi commesse all’estero si accompagnano
alla collaborazione con le grandi firme dell’architettura.
Il libro articola la peculiarità di UniFor, mettendone
in risalto l’assoluta singolarità del metodo di lavoro.
Ne ricostruisce l’identità attraverso alcuni momenti
esemplari, dalla collaborazione con autori privilegiati –
Installazione
9–14 Aprile 2019
Palazzo di Brera
via Brera 28,
Milano
lunedì – sabato
10.00 – 21.00
domenica
10.00 – 19.00
martedì 9 aprile
Cocktail Party
18.00 – 22.00
come Michele De Lucchi, Foster + Partners,
Jean Nouvel, Renzo Piano, Aldo Rossi, Álvaro Siza,
per citarne alcuni – alla strategia di comunicazione,
con la grafica di Pierluigi Cerri come strumento di
unificazione del messaggio attraverso l’immagine
coordinata e il sistema espositivo – dagli showroom
agli stand fieristici – che esemplifica, nella
tridimensionalità dello spazio, i concetti dell’ordine,
della misura, dell’eleganza funzionale, dell’innovazione.
Per raccontare i valori dell’impresa, e la sua eredità nella
storia del design, Ron Gilad costruisce con ironia il suo
omaggio ai 50 anni di Unifor intorno al volume curato
da Fulvio Irace, e in relazione alla sede che ospita
l’installazione multimediale, con la sua centralità culturale
e sociale nella vita della città. Tre gli elementi che la
caratterizzano: il libro – riprodotto in forma di gigantesca
scultura al centro del Cortile d’Onore, di fronte
alla statua di Napoleone, fusa in bronzo su modello
di Antonio Canova, con un’animazione video che ne
riproduce le pagine, sfogliate da Giuseppina Bonaparte;
L’Ultima Cena, un’installazione nella Sala Napoleonica,
presenta alcuni prodotti UniFor – come il sistema
DCA di David Chipperfield e il tavolo Elements03
di Foster&Partners – animati da una performance
live degli studenti di teatro dell’Accademia di Brera,
ispirata al celebre affresco di Leonardo; Touchdown,
il terzo progetto di cui si compone l’omaggio,
presenta il nuovo prodotto disegnato da Studio Klass,
nella Sala della Passione, con la proiezione
di un’animazione che ne mostra le potenzialità,
in un ambiente sonoro realizzato dagli studenti
del master di sound design dell’Accademia di Brera.
“Trovo molte similitudini, di fatto, nel mettere
in relazione le abilità tecniche, la capacità di
ingegnerizzazione e l’artigianalità raffinata
di un’industria come UniFor, con le potenzialità
intellettuali e creative di un artista o di un performer.
La passione è la chiave”, racconta Ron Gilad.
#UniFor50
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A Commitment
Una vocazione
to Architecture
per l’architettura
Fulvio Irace