Le soluzioni ibride compatte di BIASI sono ideali per interventi di riqualificazioni energetiche di impianti di riscaldamento
e produzione ACS, per le ristrutturazioni importanti di primo e secondo livello in edifici esistenti, in edifici di nuova
costruzione anche abbinati ad atre fonti rinnovabili (solare termico, scaldabagni in pompa di calore) al fine di soddisfare i
requisiti minimi previsti dal DLgs 28/2011.
Gli impianti abbinabili sono molteplici, dalla bassa temperatura (radianti a pavimento) all’alta temperatura (radiatori)
anche in quelli che richiedono un elevato impegno di potenza per soddisfare il comfort termico. Il fabbisogno termico di un
edificio e di conseguenza l’impianto di climatizzazione al suo interno, sono progettati a condizioni “nominali” di progetto
(temperatura esterna di progetto), le quali si verificano effettuando un bin (dimensionamento dinamico) sulla temperatura
per una piccola fascia di ore, massimo giorni durante il periodo di riscaldamento.
Mediamente, analizzando le temperature medie mensili/giornaliere per una determinata località e considerando i fattori di
utilizzo dell’edificio, possiamo affermare che lavorando in funzione climatica si verificano temperature di funzionamento
impianto scorrevoli, che rendono possibile e conveniente l’impiego della pompa di calore anche in alta temperatura (45-
55°C) per alcuni valori di temperatura esterna.
La logica di gestione del sistema ibrido privilegia infatti l’uso della pompa di calore, sfruttando al massimo l’energia
rinnovabile in base alle condizioni presenti (temperatura esterna, temperatura di mandata e potenza
richiesta dall’impianto) e, qualora il carico sia superiore alla potenza prodotta dalla pompa di calore, si attiva
immediatamente la caldaia integrando la potenza necessaria.
In particolare, la temperatura esterna e la temperatura di mandata influenzano l’efficienza di funzionamento del sistema
ibrido. Al fine di ottimizzare l’uso di energia rinnovabile come detto, è consigliato e conveniente lavorare con una
temperatura di mandata variabile in base alla temperatura esterna (curva climatica). In questo modo il COP della
pompa di calore aumenta sia in quanto la temperatura esterna è maggiore, sia perché in tali condizioni la temperatura di
mandata impianto si riduce.
Al di sotto di una coppia di valori di temperatura esterna (Tcut-off) e di mandata (Tmandata), la pompa di calore viene
spenta in quanto perdiamo la convenienza economica di utilizzo, o perché l’efficienza della macchina è bassa rispetto al
funzionamento a gas metano/GPL (normalmente quando il COP è inferiore a 2.6), o perché le temperature richieste dai
terminali sono superiori al campo di funzionamento della stessa. In queste situazioni la caldaia copre interamente il carico
termico dell’edificio, garantendo il comfort necessario.