Architetto e critico
“L'architetto ha il compito di creare uno spazio caldo, accogliente.
Caldi e accoglienti sono i tappeti. Egli decide di conseguenza di stendere
un tappeto sul pavimento e di appenderne quattro alle pareti. Ma non si
può costruire una casa con i tappeti. I tappeti, che li si tengano stesi sul
pavimento o appesi alle pareti richiedono una struttura che li mantenga
nella giusta posizione. Inventare questa struttura è il secondo compito
dell'architetto”. Quando nel 1898 Aldof Loos scrive il suo fulminante
saggio sul “principio del rivestimento” l'architettura era all'inizio della
sua stagione moderna. Costruire significava immaginare strutture in
grado di assemblare insieme materiali diversi, ma, secondo Loos, nel
rispetto delle loro caratteristiche. “Ogni materiale possiede un linguaggio
formale che gli appartiene e nessun materiale può avocare a sé le forme
che corrispondono a un altro materiale”, chiosava pertanto il maestro
austriaco. E non c'è dubbio che lo spirito di queste parole abbia permeato
la maggior parte dell'architettura del Novecento, a prescindere dai luoghi
e dagli stili.
Guardando le proposte di Matteo Nunziati per la collezione Tesori di
CEDIT si ha l'impressione che rigore geometrico e cura del dettaglio siano
al servizio di una nuova “verità” del materiale. Per Matteo Nunziati, infatti,
la ceramica è piuttosto un tessuto. Le trame che immagina per i vari stili
della sua collezione – dall'arabo, al damascato ai motivi più geometrici
– sono sempre alla ricerca del carattere morbido e cangiante del lino
consumato. Con essi la ceramica smette di essere la sorella povera del
marmo per accedere allo statuto di un rivestimento vero e proprio: quasi
una carta da parati, che però si adatta sia alle superfici verticali che
ai pavimenti e si offre come materiale assoluto e trasversale, non più
soltanto per nobilitare il bagno ma per immaginare nuove atmosfere in
ogni ambiente della casa (e non solo) a partire dal living.
Certo la rivoluzione è innanzitutto tecnologica. Le grandi lastre
prodotte da CEDIT superano i 3 metri di altezza e annullano la serialità
delle tradizionali piastrelle, generando un nuovo rapporto tra supporto
e decorazione. Ma Nunziati non ne approfitta per regalarci, da “artista”,
un disegno più evidente, una forma che esalti le dimensioni della lastra.
All'opposto, le trame che propone cercano di dissolvere ciò che resta
del limite tra i supporti. In particolare gli stili arabo e damascato, nella
TESORI
Tesori: note sulla collezione | Tesori: notes on the collection
56 | 57