Tacchini è un luogo dove le

mani sono il primo tra gli

strumenti che hanno impa-

rato a valorizzare, e che

continuano a impiegare per

riconoscere il pregio e valo-

re dei materiali, per poi

trasformarli, cucirli, e acco-

starli tra loro: procedendo

secondo un ritmo di gesti

sapienti e antichi, ripercor-

rendo, e migliorando ogni

volta, la storia e la memo-

ria. Fare le cose a mano si-

gnifica stabilire un rapporto

preciso tra oggetto e crea-

tore, una trasmittanza, per-

cepibile e visibile, di sensi-

bilità e rispetto: e che si

rivelerà anche a colui che

possiederà quel manufatto.

Una sorta di staffetta conti-

nua tra quanto le nostre di-

ta riconoscono, nelle pie-

ghe di una pelle o nella

curva di un telaio, e le mani

stesse che hanno reso pos-

sibile quelle forme.

At Tacchini, hands were the

first tool they learnt to har-

ness, and they continue

to use them to discern the

quality and value of the ma-

terials, before transforming

them, sewing them and

combining them together:

following ancient, knowing

rhythms, retracing and

honing history and memory.

Doing things by hand means

establishing a precise rela-

tionship between the object

and its creator, a percepti-

ble, visible transmittance

of sensitivity and respect:

and all this will be palpable

to the person who ultimate-

ly possesses the item in

question. A kind of ongo-

ing relay between what our

fingers can detect, in the

folds of a piece of leather

or in the curve of a frame,

and the actual hands that

have made those shapes

possible.

T’22 Collection

Life and Other Stories

T’22 Collection

Life and Other Stories

Una storia di famiglia

The design is Italian, the rest is production. And in Italy,

design companies bear the names of the families that found-

ed the brands. Like Tacchini, created in 1967 by Antonio,

when production, too, was almost entirely Italian, and the

most poetic and soul-stirring passages in the story of design

were written. Naturally in time the children become the

heirs, and the new founders, in a rationale of continuous

updating and redefinition of the underlying idea, and that is

what is actually handed down. Equally naturally, those

who frequent the family become a part of it: team members,

consultants, suppliers, employees, workers and clients.

Still today, in this family, the strength of the idea is central

to every creative process, in a logical process of evolution,

from the analysis of the idea to the three dimensions of the

object, before ultimately becoming the essence of living.

This ongoing process ensures a sense of connection with

contemporary style, which is then further enhanced by the

choice of quality materials and leading-edge technology,

and always referencing an all-important tradition, so as to

avoid the danger of confusing style with fleeting fashions

and design with simple mass production. Inevitably, the sto-

ry of a family is reflected in the places they inhabit: the head-

quarters of a company mirrors the people who work there

and the philosophy to which they aspire. The Tacchini build-

ing features an architecture structured into two storeys,

a fusion of materials and spaces that blend into a complete

whole, expressing its ethos and essence. In the background,

Brianza, between Como and Milan, too blindingly green in

summer, too grey and inward-looking in winter; these places

with their extremes form the backdrop to this story, the

very birthplace of design, where people and ideas merge

with the design culture. Each object, each piece of furniture

created in this building carries withinit the hallmark of

Italian design: the ability to give any space a sense of place,

be it public or private, domestic or communal, filling it

with presence.

Il design è italiano, il resto è produzione. E in Italia, le azien-

de di design portano il nome delle famiglie che ne hanno

fondato il marchio. Come Tacchini, creata nel 1967 da Anto-

nio: quando anche la produzione era quasi esclusivamente

italiana, e sono stati scritti i brani più poetici e entusiasmanti

della storia del design. Naturale che i figli diventino poi gli

eredi, e ogni volta fondatori, secondo una logica di continuo

aggiornamento e rielaborazione di un pensiero: ciò che viene

realmente tramandato. Così come è naturale che chi fre-

quenti questa famiglia ne diventi parte: collaboratori, consu-

lenti, fornitori, dipendenti, maestranze, clienti. Ancora oggi,

in questa famiglia, la forza dell’idea

è al centro di ogni mo-

mento creativo, in un normale evolversi: dall’astrazione

del pensiero alla tridimensionalit

à dell’oggetto, per poi di-

ventare l’essenza dell’abitare. Questo procedere costante

garantisce il legame con la contemporaneit

à, valorizzato poi

dalla scelta di materiali di qualit

à e tecnologie sempre ag-

giornate e sempre riferite a una tradizione da non perdere:

evitando così la possibilità di confondere lo stile con le mode

e il design con la semplice produzione di serie. Inevitabile

che la storia di una famiglia si rifletta poi nei luoghi che essa

abita: la sede di un’azienda è lo specchio delle persone che

ci lavorano e della filosofia a cui esse si ispirano. La casa di

Tacchini è un’architettura mossa su due livelli, incrocio

di materiali e spazi che si fondono in un unico luogo di pen-

siero e sintesi dello stesso. Sullo sfondo, la Brianza, tra

Como e Milano, troppo verde e accecante in estate e troppo

grigia e intimista in inverno: questi luoghi, così estremi,

diventano lo sfondo di questa storia, autentica culla del desi-

gn, dove gli uomini e le idee si fondono nella cultura del

progetto. Ogni oggetto, ciascun arredo che provenga da que-

sta casa, porta con sé l’imprinting del design italiano:

capace di rendere luogo qualsiasi spazio, sia esso pubblico o

privato, domestico o collettivo, e riempiendolo dell’esserci.

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A family history