i progetti di Adelmo Rascaroli,
e ancora con Werner Blaser alla nona
Selettiva nel 1971. Nel frattempo,
molte cose sono cambiate
e il moderno è finalmente
protagonista dei primi Saloni del
Mobile e delle collezioni Molteni&C
che nel 1968, converte la produzione
dal mobile in stile al design.
Oggi la storia di questa rivoluzione
rivive nella Heritage Collection
che presenta alcuni degli arredi
più significativi dei padri nobili del
moderno – come la libreria in legno
curvato di Yasuhiko Itoh. Il progettista
è di Tokyo, ma scompare senza
lasciare tracce nella storia del design.
La sua libreria è un prototipo in legno
curvato, lavorazione complessa per
l’epoca. Dopo una prima riedizione
limitata di 100 pezzi numerati, è
ora disponibile in serie non numerata
in legno curvato rivestito in noce.
Itoh, nato nel 1933, studi
all’Università di Waseda, trascorre
alcuni mesi nel reparto produttivo
per lavorare con i tecnici Molteni.
Il risultato è un pezzo elegante
e raffinato. Le stecche che ne
costituiscono la struttura hanno
un’anima in iroko con doppio strato
di pioppo, l’impiallacciatura esterna
è in teak, ed è protetta da una
vernice trasparente.
1959
Yasuhiko Itoh,
libreria, prototipo.
Yasuhiko Itoh,
bookcase, prototype.
La rivoluzione del moderno rimane
lì, per qualche anno, in forma
di prototipo, come un nano sulle
spalle dei giganti – i mobili in stile
che l’Industria Mobili Molteni Angelo
produce e vende con successo.
Il nuovo si annusa, con curiosità.
Nel 1959, l’azienda partecipa al terzo
Concorso Internazionale del Mobile
di Cantù con due progetti di librerie:
una disegnata da Yasuhiko Itoh,
progettista giapponese che vince
il terzo premio, e l’altra da Donato
D’Urbino e Carlo Volonterio che
vincono il secondo premio nella
categoria studenti. Questa volta,
in giuria c’è Luigi Caccia Dominioni.
Sono esperimenti felici, che
si ripeteranno alla sesta Selettiva
del 1965, con gli arredi di Alberto
Salvati e Ambrogio Tresoldi, alla
settima mostra, due anni dopo, con
(Il Mobile, 1979)