FATTORI PRINCIPALI DELLO STANDARD DI FILTRAZIONE DELL’ARIA ISO 16890

Lo standard ISO 16890 fornisce un processo standardizzato nella classificazione dei filtri dell’aria usati nella ventilazione generale, in altre parole rappresenta

il metodo per raggruppare i filtri HVAC a seconda della loro prestazione. Utilizza utilizza nuovi approcci e meccanismi che rendono il processo di

verifica più rilevante per quanto riguarda le condizioni in cui i filtri opereranno una volta installati, incentrandosi sul fine ultimo dei filtri dell’aria:

rimuovere la materia particolata, così da poter individuare in modo più semplice un prodotto che soddisfi le esigenze. Si tratta di un cambiamento

fondamentale nell’industria della filtrazione dell’aria. La norma EN 779 testa solamente la prestazione dei filtri con particelle di una sola dimensione: 0,4 μm.

La materia particolata (PM) non è uniforme in dimensione e forma, così sottoporre un filtro al test per una sola dimensione di particelle non rispecchia le

condizioni in cui si troverà quando sarà in funzione. Lo standard ISO 16890 è diverso in quanto si concentra sull’abilità dei filtri di catturare particelle

di diverse dimensioni nelle zone a rischio dove il particolato è troppo piccolo per le difese interne del nostro corpo. L’ ISO 16890 sottopone i

filtri a test con particelle da 0,3 micron fino a 10 micron. Ciò significa che i filtri sono testati in condizioni molto più simili a quelle della vita reale, così

da offrire un prodotto che funzionerà proprio secondo le aspettative. I filtri sono classificati a seconda della loro efficienza con PM10, PM2,5 e PM1, vale

a dire materia particolata con un diametro minore di 10 , 2.5 e 1 μm rispettivamente. Queste dimensioni di particelle sono la base per i quattro gruppi ISO

16890: ePM1, ePM2,5, ePM10 e grossolano (COARSE). La “e” nel nome del gruppo indica l’efficienza ed il numero si riferisce alla dimensione del PM.

Per essere idoneo a ogni gruppo un filtro dovrà avere un’efficienza del 50% per quella dimensione di PM. Pertanto un filtro classificato come ePM1 cattura

almeno la metà dei residui PM1 a cui è stato sottoposto durante il test. I filtri che raggiungono un’efficienza più bassa del 50% con PM10 vanno nel gruppo

del grossolano. Una volta testati, i filtri ottengono un tasso di efficienza arrotondato al 5% circa. Capiterà di trovare dei filtri descritti, ad esempio, come

ePM10 70% e ePM2,5 95%. Questo significa semplicemente che il primo filtro ha 70% di efficienza con PM2,5 e il secondo prodotto è efficiente al 95%

con PM2,5. ISO 16890 è soltanto per applicazioni di ventilazione generale, pertanto i filtri ad alta efficacia classificati secondo EN1822,

come i filtri EPA, HEPA e ULPA non verranno sostituiti dal nuovo standard.

ISO 16890: PM 0,3 ÷ 10,0 μm

EN 779: solo PM 0,4 μm

ePM

1

efficienza minima ≥50%

ePM

2,5

efficienza minima ≥50%

ePM

10

efficienza ≥50%

Coarse

efficienza <50%

Dimensione relativa del particolato (PM)

Capello

umano

50-70 μm

(diametro

in micron)

Naso

5,8 - 9,0 μm

Laringe

4,7 - 5,8 μm

Trachea e bronchi primari

3,3 - 4,7 μm

Bronchi secondari

2,1 - 3,3 μm

Bronchi terminali

1,1 - 2,1 μm

Alveoli

0,65 - 1,1 μm

0,43 - 0,65 μm

Particelle da combustione (gas di scarico auto,

combustione del legno), composti organici, metalli,

ecc... <2,5 μm (diametro in micron)

Polveri, pollini, muffe ecc...

<10 μm (diametro in micron)

Sabbia sottile

90 μm (diametro in micron)

l’essere umano è in grado di impedire a

PM più grandi di 9,0 - 10 μm di entrare nel

proprio corpo. Il PM di dimensioni

inferiore è capace di superare

GRUPPO

REQUISITI

VALORE

RIPORTATO

ePM1, min

ePM2,5, min

ePM10, min

ISO Coarse

<50%

Arrestanza

grav. iniziale

ISO ePM10

≥50%

ePM

10

ISO ePM2,5

≥50%

ePM

2,5

ISO ePM1

≥50%

ePM

1

le nostre difese

Quando istituzioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ discutono

sull’inquinamento dell’aria, parlano spesso in termini di PM10, PM2,5, PM1, vale

a dire particolato di dimensioni più piccole rispettivamente di 10 μm, 2,2 μm e 1 μm. C’è

un valido motivo per farlo: gli esseri umani sono in grado di impedire a particelle

più grandi di 10 μm di entrare nel proprio corpo. Tuttavia, un particolato di dimensioni

inferiori a questa è capace di superare le nostre difese e la sua diffisione dipende dalla

sua dimensione. Secondo l’OMS l’inquinamento dell’aria è il più grande rischio

ambientale per la salute dell’uomo causando oltre 3 milioni di morti ogni anno a

livello mondiale. La lista dei danni alla salute causati da PM è in costante crescita,

e comprende malattie cardiovascolari, cancro e malattie respiratorie infantili.

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