“We worked with enthusiasm, like a new Bloomsbury group or like the contemporary Factory, coagulating around us a variety of artistic and scientific skills to generate collective works... which were unexpected
and disruptive within the official channels of the regimental cultural conformism”
Superstudio is the name of a group of conceptual architec-
ture established in Florence in 1966 by Adolfo Natalini and
Cristiano Toraldo di Francia, who were joined in 1967 by Ro-
berto Magris, in 1968 by Gian Piero Frassinelli and in 1970
by Alessandro Magris and Alessandro Poli (the latter until
1972). All of whom were students or recent graduates from
the Faculty of Architecture in Florence. Since the post-war
period, Florence has been a cross-roads of artists and sci-
entists and a lively cultural centre, packed with initiatives,
exhibitions, debates and literary magazines.
The group made its début in Pistoia with the exhibition
entitled Superarchitettura1 together with Archizoom, anoth-
er Florentine business pursuing the same experimental re-
search with different shapes. In the space of a few years, Su-
perstudio has acquired a leading role on the domestic and
international scene thanks to its visionary, desecrating and
radical projects. This group is abnormal starting with its for-
mation: its members support the study of architecture with a
multitude of experiences and multifarious interests: photog-
raphy, painting, graphics and industrial design, anthropolo-
gy, film-making... a variety of skill sets which distinguishes
their multi-disciplinary approach. A system of democratic
and “horizontal” thinking and working which we currently
take for granted yet which at the time was in stark contrast
with the idea of the genius and unique architect or design-
er, under the “name” of whom the studio or workshop was
set up and developed.
“We worked with enthusiasm, like a new Blooms-
bury group or like the contemporary Factory,
coagulating around us a variety of artistic and
scientific skills to generate collective works...
which were unexpected and disruptive within
the official channels of the regimental cultural
conformism.”2
Due to the terrible flood in Florence, the first studio was es-
tablished in the upper part of the city, in Piazza Bellosguar-
do where the likes of Galileo Galilei, Ugo Foscolo, Eugenio
Montale once worked too. The name Superstudio derives
from the Latin root super: “above” and its very etymology
betrays a higher vision capable of extending above and be-
yond design, looking further.
The first exhibition was followed by a series of theoret-
ical interventions and participation in major events such
as the Art Biennale in 19783 or the 1972 exhibition in New
York: “Italy, The New Domestic Landscape”.
In 1973 Alessandro Mendini, the director of Casabel-
la,4 published a gorilla holding a label with the words “Rad-
ical Design” on the cover of the magazine. Definition taken
from an article by Germano Celant from 19715 that uses
the terms “radical architecture” to define the investigation
by Superstudio and other names from those years about ar-
chitecture as manifesto and new language.
The group’s parable in fact ends in 1978, although there
is no official date of dissolution. The individual theorisation
and teaching paths taken by the group’s former members
continued over the years until the middle of the Eighties.
Superstudio è il nome di un gruppo di architettura concet-
tuale fondato a Firenze nel 1966 da Adolfo Natalini e
Cristiano Toraldo di Francia, ai quali si aggiunsero nel 1967
Roberto Magris, nel 1968 Gian Piero Frassinelli e nel
1970 Alessandro Magris e Alessandro Poli (quest’ultimo
fino al 1972). Tutti giovani studenti o neolaureati alla Fa-
coltà di Architettura di Firenze. La città è, fin dal dopoguer-
ra, un crocevia di artisti e scienziati e un vivace centro cul-
turale, ricco di iniziative, mostre, dibattiti e riviste letterarie.
Il gruppo esordisce a Pistoia con la mostra Superarchi-
tettura1 insieme ad Archizoom, altra firma fiorentina che
persegue la stessa ricerca sperimentale con forme diverse.
In pochi anni, Superstudio conquista un ruolo di primo
piano in ambito nazionale e internazionale grazie ai suoi
progetti visionari, dissacranti, radicali. È un gruppo ano-
malo a partire dalla formazione: i suoi membri affiancano
agli studi di architettura molteplici esperienze e interes-
si trasversali: fotografia, pittura, grafica e industrial design,
antropologia, cinema... una varietà di competenze che
ne caratterizzerà l’approccio multidisciplinare. Un sistema
di pensiero e di lavoro democratico e “orizzontale” che
oggi diamo per acquisito ma che all’epoca era decisamen-
te in contrasto con l’idea dell’architetto o designer genia-
le e unico, sotto la cui “firma” si costituiva e si sviluppava
lo studio o la bottega.
“Agivamo con entusiasmo, come un novello
gruppo di Bloomsbury o come la contempo-
ranea Factory, coagulando intorno a noi diver-
se competenze artistiche e scientifiche per
produrre azioni collettive... inaspettate e di-
rompenti all’interno dei canali ufficiali del
conformismo culturale di regime.”2
A causa della terribile alluvione di Firenze, il primo studio
viene fondato nella parte alta della città, in quella piazza
Bellosguardo dove in passato lavorarono anche Galileo
Galilei, Ugo Foscolo, Eugenio Montale. Il nome Superstudio
deriva dalla radice latina super: «sopra» e sottende già
dall’etimo una visione più elevata capace di estendersi al
di sopra e al di là della progettazione, guardando oltre.
Alla prima mostra seguiranno tutta una serie di inter-
venti teorici e di partecipazioni a importanti appunta-
menti come la Biennale di Arte nel 19783 o la mostra del
1972 a New York “Italy, The New Domestic Landscape”.
Nel 1973 Alessandro Mendini, direttore di Casabella4,
mette in copertina un gorilla che tiene un’etichetta
con la scritta “Radical Design”. Definizione ripresa da un
articolo di Germano Celant del 19715 in cui si parla di
“architettura radicale” per definire l’indagine di Superstudio
e altri nomi di quegli anni sull’architettura come manife-
sto e nuovo linguaggio.
La parabola del gruppo si conclude di fatto nel 1978,
anche se non c’è una data ufficiale di scioglimento.
I percorsi individuali di teorizzazione e di insegnamento
da parte dei protagonisti continueranno negli anni a
venire fino alla metà degli anni ‘80.
1
An exhibition held in Galleria Jolly2 in Pistoia from 4th to 17th December 1966.
Mostra tenutasi presso la Galleria Jolly2 a Pistoia dal 4 al 17 dicembre 1966.
2
“Antefatti Superstudio e Firenze” by Cristiano Toraldo di Francia.
Excerpt from “Superstudio” Opere 1966-1978, curated by Gabriele Mastrigli,
Macerata, ed. Quodlibet, p. CVIII.
“Antefatti, Superstudio e Firenze di Cristiano Toraldo di Francia”.
Da “Superstudio” Opere 1966-1978, a cura di Gabriele Mastrigli, Macerata,
ed. Quodlibet, p. CVIII.
3
“La Moglie di Lot” installation, Art Biennale, Venice, 1978.
Allestimento “La Moglie di Lot”, Biennale di Arte, Venezia, 1978.
4
“Casabella” issue n° 367, July 1972.
“Casabella” n° 367, luglio 1972.
5
“IN” magazine issue n° 3 from 1971.
Rivista “IN” n° 3 del 1971.
02
Quaderna 50°
Designed by Superstudio, 1972
03
A Chequered World
Zanotta