Negli anni Settanta, quando l’arredo aveva una connotazione
tradizionale, Rapsel emerse nel panorama italiano, come
importatrice coraggiosa di design scandinavo.
Nel 1975 decise di intraprendere in proprio la strada del design per
bagno, stimolata dalla richiesta di prodotti che si adattassero alla
rubinetteria danese Vola, disegnata da Arne Jacobsen. Nacque
così il Washmobil, il primo lavabo free standing nella storia del
bagno, frutto della collaborazione fra i due giovani architetti Guido
Berger e Annette Stahl e Rapsel. La serie Washmobil suscitò
grande interesse, richiamando, tra l’altro, l’attenzione di Philippe
Starck, che iniziava in quegli anni la sua attività.
Nel 1982 fu proprio Starck a creare su misura per l’Eliseo e,
successivamente, per un grande progetto alberghiero, il suo primo
mobile di design per bagno: Lola Herzburg. Questo oggetto, unico
nel suo genere, suggeriva nuove leggi estetiche per il bagno: oltre
a essere free standing, prevedeva una serie di accessori tutti
integrati nella struttura portante.
Seguirono l’Euclide di Finn Skodt (1982), il primo lavabo tutto in
acciaio inox; il Rapsody (1985) di Berger & Stahl, il primo lavabo
con piano in vetro e vasca in acciaio inox; il rivoluzionario Nost
(1990), profondo pochi centimetri e tutto in vetro; il Coup de
foudre (1991) di Shiro Kuramata, lavabo e consolle sono realizzati
in un’unica lastra di vetro; il Trieste (1995) di Peter Lorenz, primo
lavabo sagomato in un’unica lastra di vetro; il lavabo Montecatini
(1998) da un disegno di Gio Ponti del 1933; il Sirene (1997) di
Andrèe Putman, versione elegante e contemporanea degli antichi
lavabi da appoggio.
È verso la fine degli anni ’90 che Rapsel ritorna a produrre lavabi
in ceramica, caratterizzati da forme e dimensioni estremamente
moderne, come quelle dell’Albeus, del Kanal e Grand Kanal, frutto
di nuove e sofisticate tecnologie. Negli anni successivi viene
riproposto l’acciaio inox e i progetti sono caratterizzati da un
design per bagno futuristico, i lavabi X-Treme e la vasca Carezza
Lake (prima vasca in acciaio nella storia del bagno) entrambi
dell’austriaco Peter Büchele, ne sono chiari esempi.
Da sempre alla ricerca di nuovi progetti funzionali ed estetici, con
il nuovo millennio Rapsel inaugura la sperimentazione di materiali
sempre più ricercati ed esclusivi. Ispirati al benessere e ad un
nuovo modo di progettare l’ambiente bagno, che si affida sempre
più spesso ad aspetti emozionali e sempre meno a un’idea di lusso
come espressione di uno status symbol.
From the very beginning, in the70s, Rapsel carried forward its
creative belief with consistency and determination.
The company’s policy is to operate in the area of contemporary
design, identifying objects with highly innovative content and
great quality of aesthetics and form.
Research is the basis of all projects. The bathroom design
collections is addressed to a sophisticate public consisting of
opinion leaders and consumers who lead to a stylish life and have
good taste.
Rapsel’s trend setting objects have great character and in some
cases they have even been described as ‘cult objects’ of bathroom
design. These have become essential reference points in the
evolution of the way of living and its models. Just to give a very
obvious example, the design approaches like those of Starck
and Shiro Kuramata, although very different and distant from
each other, co- exist harmoniously in Rapsel’s catalogue. In fact,
through the selection of the single projects, the real identity of the
company emerges and becomes stronger.
However these are not only objects of bathroom design and mere
appearance, but they are functional and from the technical point
of view perfectly made. They are a tangible sign of what the future
of domestic design is going to be.
Also in the contract division, which has developed in last years,
Rapsel confirms its desire to investigate into new shapes,
technologies and materials in order to create atmospheres, to
suggest sensations and welcome human beings in a space, the
bathroom, which is becoming more important inside public areas.
In fact Matteo Nunziati collections, Nami and Yume, are the
expression of the careful project research which Rapsel has been
following since the beginning.
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