Donatella Spaziani (Ceprano 1970) vive e lavora a Roma. Alla base della sua ricerca c’è il disegno come momento pro-

gettuale che si traduce in fotografia, scultura o suono.

Il corpo come involucro o come unità di misura è l’elemento che utilizza per indagare lo spazio, la forma e il segno; ha

lavorato spesso con musicisti e poeti contemporanei. Tra le numerose mostre: MoCa–Museum of Contemporary Art,

Los Angeles (2010); Expo Universale di Shangai (2010); Industria SuperStudio, New York (2011); National Centre for

Contemporary Arts, Mosca (2011); Museo MACRO, Roma (2016); Auditorium parco della musica, Roma; Chini Museo,

Borgo San Lorenzo (FI) (2019), Istituto Italiano di Cultura, Copenaghen (2021).

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Donatella Spaziani (Ceprano 1970) lives and works in Rome. The basis of her research is drawing as a design moment

that translates into photography, sculpture or sound.

The body as a shell or as a unit of measurement is the element she uses to investigate space, form and sign; she

has often worked with contemporary musicians and poets. Her numerous exhibitions include: MoCa-Museum of

Contemporary Art, Los Angeles (2010); Shanghai World Expo (2010); Industria SuperStudio, New York (2011); National

Centre for Contemporary Arts, Moscow (2011); MACRO Museum, Rome (2016); Auditorium parco della musica, Rome;

Chini Museo, Borgo San Lorenzo (FI) (2019), Italian Cultural Institute, Copenhagen (2021).

1:5, 2022

“Elementi diversi si alternano per restituire un’unica superficie, leggera e

il più possibile ariosa”

“Different elements alternate to create a single surface, light and as

airy as possible”

D. Spaziani

Interessata all’utilizzo di scampoli di tappezzeria quale genesi del suo lavoro, per la prima volta Donatella Spaziani è invitata a realiz-

zare la sua carta da parati.

L’artista dà vita al progetto intitolato 1:5 attivando un processo circolare partendo dall’utilizzo di antiche carte da parati assemblate

insieme in un patchwork colorato per arrivare alla sua opera su wallcovering. Scansionate e ingigantite per 5 volte, le antiche carte si

trasformano alterando l’immagine originale in un’esplosione di figure giganti e innumerevoli dettagli.

Ritorna in 1:5 la capacità di Donatella Spaziani di raffigurare la sintesi del corpo nello spazio attraverso l’uso della carta da parati.

Cifra stilistica dell’artista, sagome di figure nere, tratte da una serie di auto scatti, compaiono anche in questo progetto, trasposte a

parete attraverso la tecnica del disegno, fluttuanti tra macroscopici fiori e particolari solitamente invisibili.

La tecnica dell’assemblaggio di ritagli di carte diverse rende libero l’incontro simbolico di tre storie. Le carte utilizzate sono tutte

di inizio Novecento e provengono dalle case comunali di San Pietroburgo, dall’Inghilterra e da Parigi. Altrettanto libero è l’accosta-

mento dei ritagli, nessuna preoccupazione nella gestione delle proporzioni o dei punti di congiunzione a favore del confronto marcato

delle differenze.

Guardando 1:5 si attiva un gioco di percezione che apre a diversi punti di vista e prospettive dello stesso progetto in base alla distanza

con cui lo guardiamo. Come se l’artista avesse applicato una lente di ingrandimento sulla parete, si mette in rilievo il dettaglio a favore

del tutto in un tributo alla storia e alla flessibilità di un nuovo supporto - il wallpaper - entrato nella ricerca artistica contemporanea.

Interested in the use of scraps of upholstery as the genesis of her work;

for the first time, Donatella Spaziani has been invited to create her

own wallpaper.

The artist gives life to the project entitled 1:5 by activating a circular

process starting from the use of old wallpapers assembled together in

a coloured patchwork to become her wallcovering design. Scanned

and enlarged five times, the old papers are transformed, altering the

original image in an explosion of giant figures and countless details.

Donatella Spaziani’s ability to depict the synthesis of the body in space

through the use of wallpaper returns in 1:5. A stylistic signature of the

artist, black silhouettes of figures, taken from a series of self-shots, also

appear in this project, transposed on the wall through the technique of

drawing, floating between macroscopic flowers and usually details that

are usually invisible.

The technique of assembling scraps of different papers sets free the

symbolic encounter of three stories. The papers used are all from

the beginning of the twentieth century and come from St Petersburg,

England and Paris. Equally free is the juxtaposition of the cut-outs,

with no concern for proportions or points of conjunction, to favour a

marked comparison of their differences.

Looking at 1:5 activates a game of perception that opens up different

points of view and perspectives of the same project depending on the

distance from which we look at it. As if the artist had applied a mag-

nifying glass to the wall, the detail is emphasised in favour of the whole

in a tribute to the history and flexibility of a new medium - wallpaper

- which has become part of contemporary artistic research.

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