- Difficile applicazione e scarsa passivazione del retro del ferro d’armatura
- Scarsa adesione della successiva malta da ripristino se applicata non rispettando i tempi di presa del
passivante
- Annulla i benefici dell’aggancio meccanico garantito dalle nervature dei ferri d’armatura e limita alla
sola adesione chimica l’aggancio della successiva malta da ripristino.
- Per alcune vecchie malte polimero-cemento viene ancora consigliata l’ulteriore additivazione
preventiva. Questi additivi chimici abbassano però drasticamente le resistenze meccaniche limitando le
prestazioni delle malte stesse
- Le malte polimero-cemento sono tradizionalmente a grana grossa (3 mm) e presentano due criticità:
1 - impossibilità di avvolgere completamente il retro del ferro d’armatura lasciando vuoti che
possono compromettere l’efficacia del ripristino
2 - esigenza di avere oltre 1 cm di spessore per non correre il rischio di fessurazioni e distacchi del
riporto
- Le malte cementizie polimero modificate contengono grandi quantità di cemento portland, polimeri di
natura petrolchimica e sostanze organiche che rendono questi prodotti sistemi molto complessi e con
ridotta tolleranza alle diverse condizioni di cantiere; oltre che ad alto impatto ambientale ed elevate
emissioni VOC.
- Estremamente sensibile alle condizioni climatiche di cantiere può perdere le proprie caratteristiche
meccaniche e chimico-fisiche per una non corretta maturazione, se applicata in bassi spessori o su
supporti non preparati adeguatamente (rappezzi e vecchio calcestruzzo)
- Se impropriamente utilizzata ad alto spessore per esigenze di cantiere (raccordi, fuori piano, difetti
di getto) la malta fine da rasatura può fessurare diffusamente non proteggendo più la struttura in
calcestruzzo.
- Applicata come strato filmogeno elastico per decorare superfici con problemi di fessurazioni o per risanare difettosità degli strati
precedenti del ripristino stratificato, può perdere solo dopo pochi anni la sua caratteristica elastica limitando la sua funzione protettiva
- La bassissima traspirabilità non consente al vapore di passare liberamente aumentando il rischio di sbollature, efflorescenze, fessure
diffuse a svantaggio della durabilità dell’intervento di ripristino.