Docente presso l’Alma Mater
Università degli studi di Bologna
Difficile sottrarsi al fascino dell’arte di Franco Guerzoni, creato da
un raro equilibrio di sensazione e intelletto, poesia e mente.
Ciò è espresso dall’artista attraverso un pittura, pur nella sua
complessa articolazione, felice e sensuale, dai colori intensi ottenuti,
come gli antichi pittori, da preziose polveri.
Pittore antico per sapienza tecnica, Guerzoni abita la
contemporaneità con un intenso e fondamentale rapporto con
l’immagine, e con lo spazio. Sempre imprescindibile, infatti, nel suo fare
arte la dialettica tra pittura e spazio, tra forma e architettura, tra tempo
e memoria.
Nelle sue opere, così come emerge nei lavori realizzati
specificatamente per CEDIT, trovano perfetto equilibrio la dimensione
dello spazio e l’intensa liricità del colore, che qui si fa dolce materia
liquida dilagante sulla superficie di un abbagliante bianco di calcina.
Dal bianco, metafora della luce chiara del giorno, come era nelle
grandi e complesse tele esposte nella sala personale alla Biennale
veneziana del 1990, affiorano morfologie cromatiche che rinnovano il
piacere del gesto pittorico e la memoria di un’immagine cha trapela nella
vastità della superficie.
Una voluttà cromatica che si trasforma, nelle opere più recenti, in
dolce ombra di colore delicatamente affiorante alla superficie.
Basta una parete, una solitaria parete superstite di ciò che fu una
casa, su cui il tempo abbia disegnato il proprio ineluttabile trascorrere,
poche tracce di colore ancora vivo, seppure svanito a tratti, perché
la memoria dell’immagine trapeli tenue e incerta nella fisicità della
superficie, che diviene testimonianza tangibile dell’esistenza della
storia, misteriosa memoria visiva, prolungamento nel presente, della
vita delle cose.
Una memoria di passato sulla parete contemporanea.
L’idea della memoria è elemento centrale della poetica di Franco
Guerzoni; memoria privata e segreta e memoria collettiva del passato.
Frammentaria e indecifrabile, alla cui percezione l’artista è guidato da
ciò che delle immagini ancora affiora, dal frammento. Testimonianza di
una totalità non più ricostruibile ma solo poeticamente immaginabile, il
frammento, scheggia di immagine restituita dal tempo, guida il fantastico
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