Archeologie: note sulla collezione | Archeologie: notes on the collection
Forte dell’idea che “la parete è come un libro da sfogliare”, con la collezione
Archeologie l’artista Franco Guerzoni trasferisce su grandi superfici ceramiche la sua
cifra pittorica, articolata in segni visivi capaci di stimolare “un viaggio verso l’interno
che consente di rintracciare il vissuto, le memorie, i segni, i simboli, tutto ciò che
nel corso dei secoli [quella parete] ha raccolto”. Luoghi in abbandono, architetture
domestiche e spazi industriali, forme dell’abitare arcaiche e in rovina riaffiorano dalla
superficie dipinta con la dignità di intense apparizioni immaginifiche.
L’archeologia del quotidiano - attraversamento di epoche e storie che
riconducono a un tempo antico fino all’archetipo della grotta come luogo simbolico
per eccellenza - rivive per mezzo di velature e ri-pitture capaci di creare nuove
memorie sulla superficie delle lastre di ceramica. Quella messa in campo nella
collezione firmata da Guerzoni è un’archeologia al contrario, che trova una sua
definizione significativa non in un’ipotesi narrativa retroattiva e rivolta al passato ma
piuttosto in un abbozzo ideale di futuro, reso mediante un amalgama di segni che
contiene e sovrappone diverse epoche storiche.
La collezione trova espressione in una serie di lastre ceramiche piane
caratterizzate da fondi articolati, con accumuli e dense pigmentazioni, di colori in
polvere e materiali gessosi derivate dalla prassi tecnica dello “strappo d’affresco”.
In Archeologie, diverse immagini si sovrappongono come diapositive proiettate l’una
sull’altra, per un viaggio accelerato nel tempo che accumula abrasioni e continui
distaccamenti. Nella densità materica così ricreata è possibile leggere infinite storie,
combinate e stratificate su un unico supporto. Queste storie, grazie alle attuali
tecnologie di produzione, trasformano le pareti rivestite con le lastre ceramiche
in opere d’arte, riattivando il dialogo costruttivo tra fantasia creativa e abilità
produttive che ha reso la storia del marchio CEDIT un esempio virtuoso d’incontro
tra genio progettuale e raffinati processi tecnologici, con esiti d’eccezionale impatto
estetico e formale.
L’opera d’arte può essere messa al servizio della decorazione permettendo
la costruzione di veri e propri “ambienti” pittorici di grandi dimensioni: sulle pareti
in ceramica è depositata la poetica dell’artista, un manto colorato destinato a
sopravvivere al tempo e a diventare memoria.