grafici, architetti e designer resta la medesima: guardare ai muri delle case, alle
pareti, come superfici fantastiche, fogli da disegno sui quali rappresentare un’idea
rivoluzionaria di libertà progettuale, di ambiente vivo e relazionato alla sensibilità
dell’abitante e alle sue esigenze.
È così che per tutti gli anni Settanta la CEDIT percorre la linea della cooperazione
interdisciplinare, mantenendo una certa distanza tecnico-estetica dai suoi concorrenti
e sviluppando inediti concetti di componibilità per l’arredo ceramico; in questo
periodo si esplorano varie possibilità decorative, rese uniche dai contributi di Mario
Bellini, Giancarlo Iliprandi, Franco Grignani, Bruno Munari, Achille e Pier Giacomo
Castiglioni, Grippo DAM e, con la “Serie pittori” del 1973, degli artisti Emilio Scanavino,
Edival Ramosa, Mimmo Rotella, Mario De Luigi, Ross Littell, Guy Harloff, Marcello Pirro,
Gino Marotta e Ken Scott.
Nel solco di questa tradizione, oggi sono chiamati nuovi autori a firmare il
rilancio dell’azienda promosso da Florim, con collezioni nelle quali, se possibile, è
ancora più manifesto l’interesse per la sperimentazione dei linguaggi. CEDIT mette
nuovamente a disposizione la sua sapienza artigianale, approcciando il tema delle
grandi lastre ceramiche per realizzare un prodotto in grado di innovare l’idea di spazio
architettonico, il senso del luogo e del tempo, del vivere.
Appartenenti alla scena contemporanea nazionale dell’eccellenza progettuale
e artistica, i designer, gli architetti e gli artisti selezionati, interpretano sul formato
privilegiato delle ampie lastre ceramiche un’idea di superficie libera e di materia
reinventata. Alle collezioni in essere, si aggiungeranno nel tempo altre riflessioni
progettuali, forti di un invito a intendere la decorazione ambientale come
un’inesauribile possibilità, ovvero un’occasione per confrontarsi con lo spazio umano e
dialogare con esso.
ARCHEOLOGIE
CEDIT: le ceramiche d’Italia che hanno fatto storia | CEDIT: Italian ceramic tiles that have shaped history
16 | 17
Gianni Dova, Linee, 1973